Cormòns Vino della Pace

Il vino della pace: 600 vitigni provenienti da tutto il mondo

I cinque continenti in un calice

Come promesso qualche settimana fa, oggi andremo a raccontare del curioso “Vino della Pace”, vino che racchiude tutti i sentori della terra.

Situato fra la Slovenia, le Alpi e l’Adriatico, il Friuli Venezia Giulia è una terra di passaggio e qui vi è un intreccio di cultura latina, slava e germanica.

I vitigni locali sono così numerosi (verduzzo, refosco, picolit… solo per citarne alcuni) che la scelta diventa particolarmente difficile per un viticoltore. Tutta questa abbondanza complica parecchio il lavoro dei consulenti, i quali devono conoscere i vitigni della zona con i loro problemi specifici, soprattutto quelli fitosanitari, e il tutto senza rigorosi studi scientifici sui quali appoggiarsi. Troppa biodiversità può anche nuocere alla commercializzazione del vino.

Su questa diversità, tuttavia, i friulani hanno costruito la loro forza e i loro canali di comunicazione. Contrariamente alla tradizione italiana di dare un nome al vino secondo la sua origine, le etichette friulane segnalano il vitigno.

L’iniziativa più spettacolare, però, è della cooperativa Cormons. Dal 1983 ogni anno i suoi duecento soci, insieme ad altri ospiti stranieri, si ritrovano per vendemmiare tre ettari di una vigna-museo, dove sono stati piantati seicento vitigni provenienti da tutto il mondo: syrah, tulilah, shurrebe, pedral, maizy, marzemino, terrano, merlot, gamay, ucelut… Pressate e vinificate tutte insieme, queste uve danno un vino bianco chiamato “vino della pace”, che riunisce tutti i sentori in un unico bicchiere.

Le bottiglie, la cui etichetta viene decorata ogni anno in maniera diversa da un artista, vengono confezionate in sontuose scatole fatte da un ebanista, per poi essere spedite alle ambasciate e ai capi di stato di tutto il mondo.

E’ un dono che simboleggia la fraternità e l’amicizia dell’Italia.

Carpe Vinum vi augura buone feste! Arrivederci a gennaio!

 

credits foto: Stefano Merli

 

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