La fillossera

Fillossera: “La peste dell’800”

Ho parlato di “Fillossera” in un commento di un articolo precedente, nel quale mi sono state chieste delucidazioni in merito a questo argomento. Proviamo dunque a fare un po’ di chiarezza…

La Fillossera è un insetto di origine americana che si nutre delle radici delle viti; il vigneto una volta attaccato viene completamente distrutto. Nella seconda metà del XIX secolo questo terribile parassita arriva in Europa, e dalla Francia si diffonde rapidamente in tutto il continente, devastando la quasi totalità dei vigneti.

Si tratta di uno dei disastri naturali più gravi dell’agricoltura.

Dopo vari ed inutili tentativi dei vitivinicoli di debellare il parassita, arriva l’intuizione geniale del Professor Planchoin di Montpellier: impiantare dei portainnesti con radici di vite americana sui quali innestare i vitigni desiderati. I secoli di convivenza della Fillossera con la vite americana hanno permesso a quest’ultima di sviluppare armi di difesa molto efficaci.

Prima di ottenere risultati concreti si sono resi necessari anni di studio e la mappa dei vitigni in Europa cambia radicalmente: molti dei vitigni “pre-fillossera” sono scomparsi.

Sopravvissuti alla “Peste dell’800” sono quei vitigni che, collocati su suoli sabbiosi/vulcanici, riescono a conservare la temperatura del terreno molto alta. Il calore inibisce la riproduzione e dunque la diffusione dell’insetto.

Quando parliamo di vini “pre-fillossera” ci riferiamo ai vitigni ultracentenari che sono sopravvissuti a questa calamità. Non a caso molti di questi vitigni sono siciliani, dove la morfologia del terreno era idonea ad annientare il parassita.

 

 

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