
D’Agosto l’uva fa il mosto
Per certi vitigni la vendemmia comincia ad agosto.
Si tratta di un detto popolare che, per qualcuno, può destare qualche perplessità…
Sì, perché la Vendemmia, sacra per ogni produttore ed estimatore di vino, è spesso ricondotta nell’immaginario collettivo al periodo che va da settembre a novembre.
Il momento giusto per vendemmiare è individuato quando nell’acino il rapporto tra la percentuale di zuccheri e quella di acidi ha raggiunto il rapporto desiderato in base alla tipologia di vino che si intende produrre.
E’ per questo motivo che per certi vitigni a maturazione precoce, la vendemmia cominicia proprio ad agosto, a volte addirittura a luglio.
Tra le uve a maturazione precoce ricordiamo per esempio il moscato, ma anche alcuni vini passiti prodotti partendo da uve zibibbo allevate in zone particolarmente soleggiate.
E’ questo il caso di un passito di Pantelleria prodotto dalla cantina Marco De Bartoli: il Bukkuram. Dall’arabo “padre della vigna”, era la zona dell’isola prediletta dagli Arabi per la coltivazione dell’uva Zibibbo. Qui, sull’unico altipiano con esposizione sud-ovest dell’isola, è situato il vigneto dell’azienda, coltivato ad alberello pantesco pratica agricola dichiarata dall’Unesco Patrimonio Mondiale dell’Umanità nel 2014. La cantina è ospitata in un tradizionale dammuso. E’ anche un’ottima meta per gli amanti, come me, di enoturismo!
Curiosità storiche: agosto era un mese importante per il vino sin dall’antichità.
I Guanci, gli antichi aborigeni delle isole Canarie, festeggiavano l’inizio della vendemmia in concomitanza con la prima luna di agosto. Beñesmen (o Beñesmer) era sia il nome del mese (di agosto), sia quello della ricorrenza stessa che, ai nostri giorni, a seguito della cristianizzazione, coincide con la festa della Vergine della Candelaria (patrona delle Isole Canarie) il 15 agosto.
Come ci tramanda Plinio il Vecchio con la sua celeberrima Historia Naturalis, i Romani proclamavano il 19 agosto le Vinalia rustica. Erano festività celebrate dagli abitanti del Lazio nell’ambito delle quali il Flamen Dialis sacrificava un agnello a Giove mentre spremeva tra le mani dei grappoli d’uva. Alle donne veniva dato un vino diluito per abbassare il livello di alcool a causa della perdita di controllo continua che avveniva a queste feste… avrei qualcosa da ridire a riguardo!
Care amiche e cari amici, mi auguro che anche il vostro agosto sia un mese all’insegna del meritato riposo, di gaudenti momenti di divertimento e l’occasione di degustare calici di ottimo nettare.
Tepus fugit… Carpe Vinum!
A presto!
Elena
Articoli correlati
Furono i Fenicio-Punici a introdurre per primi la coltivazione della vite sull'isola di Pantelleria, intorno al IX secolo a.C. Le terre dell'isola, di origine vulcanica sono estremamente fertili ed adatte alla coltivazione della vite. Il vigneto pantesco è coltivato su appezzamenti o terrazze di piccole dimensioni, delimitate da muri a…
La tradizione vitivinicola del Trentino si perde nella notte dei tempi. Numerosi sono i ritrovamenti che ne testimoniano la presenza e l'importanza sin dalla preistoria, così come numerose sono le popolazioni che si succedettero in questi territori e che lasciarono testimonianze relativamente alla coltivazione della vite. La viticoltura perse la…