Chateauneud du Pape

Alla scoperta dello Chateauneuf- du-Pape.

Densità di storia.

Tutto nasce alle porte di Avignone, da cui il nome “Chateauneuf-du-Pape”, che evoca gli anni in cui la città francese divenne sede papale.

Qui l’equilibrio per grandi rossi è stato trovato grazie al sapiente assemblaggio di diciotto tipi di uve, che variano di vino in vino, ma le più usate sono Grenache, Syrah, Mourvèdre, Cinsault (porta morbidezza), Counoise (corpo e bouquet), Muscardin (conferisce struttura, colore, freschezza), Bourboulenc, Clairette. Sempre presenti nello Chateauneuf-du-Pape, Grenache-Syrah-Mourvèdre, dalle cui iniziali è stato creato l’acronimo GSM usato nel mondo per indicare vini prodotti con questo stile in molti altri Paesi.

I più apprezzati GSM fuori dal Rodano sono in Spagna (nel Priorat), nella Barossa Valley australiana e in California, ma se ne trovano anche in Italia.

Certamente lo Chateauneuf-du-Pape è uno dei vini più densi di storia: si pensi che già nel 1157, il vescovo di Avignone Goffredo, fedele a Roma, pianto e allevò la sua vigna. Nel 1308, Clemente vi piantò le sue viti, e fu uno dei primi wine maker locali. Giovanni XXIII apprezzò particolarmente il prodotto di queste vigne, ordinò di costruire in loco un castello e attribuì al vino il prestigioso titolo di “Vino del Papa”, da cui il nome attuale Chateauneuf-du-Pape.

Il rosso ricopre la quasi totalità della produzione. Il bianco è piuttosto raro e rappresenta solo il 6%.

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