Alla scoperta del Carmignano Docg

Alla scoperta del Carmignano Docg

Bell'esempio di vino da invecchiamento

Il nome Carmignano appare nelle vicende dei commerci fiorentini prima ancora di quello del Chianti. Si risale infatti al Medioevo: una pergamena dell’804, durante il regno di Carlo Magno, attesta l’esistenza di vigneti nella località che riguarda la zona di Capezzana. Nel 1396 uno dei maggiori compratori del vino di Carmignano è Marco Datini, il “banchiere di Prato”. Il fatto che proprio un personaggio così avveduto pagasse un prezzo quattro volte più elevato rispetto ai vini comuni lascia intendere come fosse considerato il Carmignano già allora. Quando, nel 1932, vennero fissati i confini delle zone di produzione del Chianti, il territorio di Carmignano venne inserito nella denominazione Chianti Montalbano. Soltanto nel 1975 i produttori della zona ottennero la loro legittima Doc, diventata più tardi Docg.

Il Carmignano Docg viene prodotto solo nei comuni di Carmignano e Poggio a Caiano sulle pendici del monte Albano orientate verso la piana di Firenze e Prato. Oggi la superficie vitata è di 240 ettari a indicazione geografica Doc e Docg, con una produzione di circa 13.500 ettolitri.

Le caratteristiche del vino in questione sono le seguenti: il colore solitamente è rubino vivace, intenso, con l’invecchiamento tende al granato; il profumo è vinoso, intenso, con note di mora, frutti di bosco e viola mammola; il sapore è asciutto, sapido, pieno, morbido e vellutato. L’invecchiamento in cantina obbligatorio è di un anno e mezzo, mentre con tre anni ha la qualifica di “Riserva”. Il Carmignano è senza dubbio uno dei vini toscani più ricchi di fascino e di storia.

Le uve impiegate per la produzione di questo vino sono: Sangiovese minimo 50%, Canaiolo Nero fino al 20%, Cabernet Sauvignon e/o Cabernet Franc dal 10% al 20%, Trebbiano Toscano, o Canaiolo Bianco, o Malvasia del Chianti massimo al 10%.

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