
Alla scoperta dei vitigni: l’Enantio
Uva selvatica
Carpe Vinum è felice di condividere con voi un articolo che porta la firma di Giulia Menicucci, fedele follower del Blog, e invita tutti coloro che volessero vedere pubblicato un proprio testo, ad inviare qui una bozza dell’elaborato.
Si scrive Enantio, ma si pronuncia Enanzio, questo vitigno dalla storia abbastanza particolare coltivato nella regione della Bassa Vallagarina. Questo vitigno autoctono si contraddistingue per un legame fortissimo con le viti selvatiche presenti nella Vallagarina.
Già Plinio, illustre storico romano, conosceva questo vitigno e infatti possiamo riscontrarne nella sua “Naturalis historia” una citazione dove descriveva la vite in questo modo: “La brusca hoc est vitis silvestris quod vocatur oenantium”.
Seppur quindi le tracce dell’Enantio sembrano condurci fin al primo secolo dopo Cristo, fino a poco tempo fa questo vitigno era semplicemente denominato come “Lambrusco a foglia frastagliata”, fino ad almeno il 1991, anno cruciale in cui attraverso un ambizioso progetto di valorizzazione di questo vitigno viene richiesta la sua iscrizione al Catalogo nazionale delle varietà di vite ad uva da vino, ottenuta poi allo scadere del 1992.
Ma ora c’è da chiederci se quella della denominazione dell’Enantio sia questione di forma o di sostanza. Da una parte è innegabile come la necessità del riconoscimento dell’attuale denominazione sia strettamente legata con le esigenze di valorizzazione e di riqualificazione di questo vitigno. Tuttavia possiamo parlare anche di una necessità di una maggior peculiarità a livello di nomenclatura per il fu “Lambrusco a foglia frastagliata”, geneticamente diverso e non intrattenente gradi di parentela dimostrabili con i Lambruschi emiliani o con gli altri vitigni della sua stessa regione, quella della bassa Valle d’Adige.
Dopo aver provato a districarne la storia passiamo alla sua descrizione: l’enantio è una varietà di vite caratterizzata per la sua longevità (alcune viti locali hanno più di 100 anni) e robustezza. L’Enantio è infatti particolarmente resistente alle malattie e ai parassiti.
Il vitigno Enantio è caratterizzato da un grappolo con un germoglio espanso e una foglia pentalobata di colore verde. I grappoli sono di media dimensione con forma allungata e conica, gli acini obovoidi, di dimensioni medie e di colore blu-nero e presentano un livello di media compattezza.
La vendemmia di questo vitigno è abbastanza tardiva e può arrivare anche a fine ottobre.
Questo vitigno produce vini rossi dal colore rubino molto intenso, di buona struttura, ben equilibrati, corposi e leggermente speziati.
Una delle etichette che personalmente apprezzo di più ottenute da questo vitigno è l’Enantio Terradeiforti dell’azienda Roeno, un vino dalle tonalità rubino scuro, di grande complessità fruttato all’olfatto ed intenso, corposo quanto equilibrato al sapore. A mio avviso i pairing più indicati che si sposano perfettamente con questo vino sono alcune carni dal sapore deciso come la selvaggina, la cacciagione, gli arrosti o i formaggi molto stagionati.
CONDIVIDI SU: