
Alla scoperta dei vitigni: il Verdicchio
Il vitigno "completo"
Il termine “Verdicchio” compare per la prima volta nella seconda metà del 1500, ma solo negli ultimi anni nel 1800 viene celebrato come la varietà a bacca bianca più pregiata delle Marche. Sembrerebbe che il nome di questo vitigno derivi dal colore dell’uva, la quale, anche a completa maturazione non perde mai le sue sfumature verdoline, trasmettendole poi al vino.
La maggior diffusione del Verdicchio è concentrata nelle Marche, soprattutto in provincia di Ancona, in particolare nei colli intorno alla cittadina di Jesi. Meno fitta ma altrettanto significativa la sua presenza in provincia di Macerata. Concorre a formare le Doc “Verdicchio dei Castelli di Jesi”, “Verdicchio di Matelica” ed “Esine Bianco”, dove è sempre previsto l’utilizzo esclusivo di quest’uva.
Piccole quantità di Verdicchio sono coltivate in Puglia (dove spesso viene chiamato “Greco”), in Umbria, in Romagna e nei Castelli Romani con il nome di “Trebbiano Verde”. E’ inoltre presente nella zona del Garda Veronese, dove è utilizzato con il nome di “Trebbiano di Lugana” per la produzione della Doc “Lugana”. Non è raro trovarlo anche nella composizione del Soave.
Il Verdicchio ama zone collinari arieggiate ed è difficilmente adattabile. Diverse prove di vinificazione hanno appurato che lontano dalle Marche ha un generale decadimento organolettico. Il grappolo è di medie dimensioni, piramidale, con una o due ali. Gli acini sono sferici, di media grandezza, con una buccia sottile di colore giallo/verde. E’ un vitigno che matura piuttosto lentamente nelle zone più interne, dove la raccolta inizia i primi giorni di ottobre, mentre nella zona di Jesi la vendemmia viene solitamente anticipata alla fine del mese di settembre.
Possiamo definire il Verdicchio un vitigno completo, nel senso che dà ottimi risultati in tutte le tipologie, dallo spumante ai vini da dessert, con picchi di livello assoluto nei vini fermi. A lungo è stato fermentato in acciaio e consumato rapidamente, ma a partire dal 1990 si sono prese con successo altre strade: fermentazioni in legno piccolo o grande e vendemmie tardive hanno esaltato la capacità di generare vini di grande finezza olfattiva e di struttura notevole, longevi e di notevole complessità.
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